"VINO DIVINO!". È questo il titolo dell'articolo che il "Verdi's Express", il giornalino scolastico dell'Istituto Giuseppe Verdi di Valdobbiadene, ha dedicato alla nostra produzione biologica e biodinamica. Il pezzo si articola in un'intervista a Ivo Nardi, titolare della cantina Perlage, dove emerge il suo amore per la natura e la propensione verso l'ecosostenibilità.
Continua anche quest’anno il nostro viaggio tra le cantine di Valdobbiadene e dintorni; d’altro canto
come non parlare di una delle
risorse più produttive del territorio…. E poi non si può proprio resistere
alle bollicine: diciamocelo! Bando ai calici vuoti
ed andiamo a noi.
Per tutti gli appassionati di vino, sono andato a intervistare Ivo Nardi, direttore della cantina vinicola Perlage a Farra di Soligo, al quale ho
fatto qualche domanda riguardante il suo vino.
-Allora,
Ivo, com’ è nata la tua passione per la
vigna
e cosa ti ha spinto a voler fare il viticoltore
di
mestiere?
Abbiamo ripreso l’attività di famiglia perché nostro padre aveva una piccola cantina, molto artigianale. Quando abbiamo preso noi l’azienda, l’abbiamo fatta crescere e abbiamo sviluppato il settore. Ci terrei a dire che la Perlage è nata nel 1985, quindi quest’anno compie i trent’ anni di
attività all’interno del prosecco DOCG!
-Fantastico!Potresti spiegarci la tua scelta di produrre vino biologico ed ecodinamico?
Prima di tutto lasciami fare una premessa che ritengo molto importante. Viviamo in un territorio molto bello e molto complesso. I quindici comuni che fanno parte del territorio della denominazione
d’origine hanno una superficie di vigneto di 6500 ettari però l’intero territorio di tutela è di 22
mila
ettari, quindi vuol dire che i vigneti sono costantemente intercalati da altre colture, boschi,
prati o paesi ma soprattutto altre colture vegetali spesso naturali. Questo fa sì che sia un territorio
molto diversificato e ricco di biodiversità perché non c’è solo vite, ci sono anche tante altre essenze
come il castagno di Combai, i boschi di rovere,ecc... Questa situazione complessa ma molto ricca
e bella va assolutamente tutelata perché in unsistema così, vivono anche molti insetti, utili per
la nostra vite.
Per rispettare questo contesto bisogna quindi
adottare delle tecniche agricole sostenibili, o
biologiche, che siano rispettose di un sistema
vivente e ciò ha portato la nostra azienda a fare
questa scelta di agricoltura biologica, per voler
tutelare l’ambiente e rispettare chi ci vive.
-Che
tecniche usi per produrre il tuo vino?
Nel
metodo biologico, in termini molto semplici, non è permesso utilizzare prodotti
chimici di sintesi. Io non posso usare concimi che vengono dall’industria
chimica, posso usare solo prodotti di
origine naturale: il letame per la concimazione, il solfato di rame e lo zolfo per la difesa, niente
diserbanti, le erbe vengono sempre controllate.
-Di
recente è stato scritto un articolo a proposito
del
tuo vino vegano. Ce ne parleresti in modo più specifico?
attenzione a queste diete vegane, che significa che
intraprendono delle scelte alimentari dove si evita
il consumo di proteine animali. Questa è un’
attenzione interessante, perché oltre alla visone
animalista, ha anche un significato che si aggiunge
alla produzione biologica perché è un’attenzione
per il rispetto dell’ambiente: per produrre un kilo
di
riso sono sufficienti 300 l d’acqua, per un kilo di
carne ne servono 3000, quindi se consumo un
vegetale ho una maggiore attenzione per alcuni
sprechi energetici dell’acqua che è una risorsa che
sta diventando sempre più difficile da reperire.
All’interno del vino, nel processo di chiarifica
(per
renderlo limpido) si possono usare delle proteine di
origine animale: le caseine (estratte dal latte) o
albumine (estratte dall’uovo). Quando si fa un vino
vegano ovviamente non si possono usare e si
ricorre quindi ad altra tipologia di proteine di
estrazione vegetale.
-La
differenza si sente?
Assolutamente no, la qualità rimane sempre la stessa!
Grazie mille per il tuo tempo Ivo. Ci vediamo al
tuo stand
all’interno del Vinitaly 2016 a Verona!
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