Siamo lieti di condividere con voi la menzione che è stata fatta sul New York Times del 10 gennaio 2012 del nostro amato Col di Manza, prosecco biodinamico ottenuto dai vigneti di Manzana.
Per questo ringraziamo il nostro amico Alan Tardi.
Focus dell’articolo di Alan Tardi va sul Prosecco, tipologia di vino ottenuta da uve coltivate sulle colline trevigiane a partire dalla metà del Novecento. Dapprima vino fresco e semplice apprezzato nei lussuosi caffè di Venezia, presto la fama del prosecco si è espansa in tutto il mondo. Oggi il prosecco ha visto modificarsi le caratteristiche di semplicità che lo contraddistinguevano fino a qualche anno fa; innanzitutto la zona di produzione del prosecco si è estesa raggiungendo le pianure friulane, fattore questo che ha portato i produttori originari a cercare di differenziare il proprio prodotto rispetto ai nuovi produttori.
A differenza delle colline trevigiane di Conegliano e Valdobbiadene, dove i vigneti devono essere coltivati dai contadini con il lavoro manuale, i nuovi territori friulani possono essere lavorati meccanicamente, il che permette di competere ottenendo un rendimento più elevato che, di conseguenza, comporta un vantaggio di prezzo sul prodotto finale.
La zona trevigiana si differenzia per il tipo di uve coltivate: oggi, infatti, il Prosecco Superiore vanta la Denominazione di Origine Controllata e Garantita, livello di certificazione più elevato che può essere ottenuta da un vino prodotto in Italia. Tale certificazione ha spinto i produttori della zona a mostrare concretamente i tratti distintivi che hanno permesso al loro Prosecco di ottenere la certificazione. La maggior parte delle aziende vinicole stanno cercando di produrre un millesimato, Prosecco caratterizzato da vinificazioni prodotte in una singola annata, o, con uve prodotte in un determinato territorio circoscritto. Ciò che caratterizza la zona sono le particolari condizioni climatiche e del territorio che hanno reso possibile una suddivisione del territorio in micro-zone.
Rive di Ogliano è la denominazione del nostro amato e rinomato biodinamico Col di Manza, vino suggerito da Alan Tardi nel suo articolo.
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